Guida sul rischio RADON in ambito lavorativo

da | Mar 31, 2020 | Sicurezza sul Lavoro | 0 commenti

Il Radon (Rn) è un gas naturale radioattivo, inodore, insapore e incolore, presente in maniera diffusa e varia sul territorio italiano, emerge dal suolo o si discioglie nelle acque e diffonde nell’aria.

Decade con emissione di radiazione ed attaccandosi al particolato dell’aria penetra nell’organismo tramite le vie respiratorie.

In spazi aperti è diluito dalle correnti d’aria e raggiunge solo basse concentrazioni. Al contrario in ambiente chiuso, come può essere quello di un’abitazione, il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni.

Il Radon è un gas nobile non reattivo che, inalato, non si deposita nei polmoni ma viene rapidamente espulso, con trascurabile contributo di dose ai polmoni. Gli effetti dannosi del Radon sono prodotti dai suoi ‘discendenti’ radioattivi α-emittenti solidi Po-218 e Po-214 contestualmente presenti nell’aria legati al pulviscolo atmosferico che, inalati, si depositano nell’epitelio bronchiale rilasciandovi dosi significative di radiazione α che possono produrre tumori polmonari, mutazioni genetiche, leucemia.

]Il valore della concentrazione del Radon nell’aria nei diversi luoghi chiusi assume valori non prevedibili a priori ed assai variabili da luogo a luogo, dipendendo da molteplici fattori: permeabilità dei materiali, tipologia e struttura degli edifici, presenza di aperture per il passaggio di cavi e condotte, crepe o fessurazioni, presenza di acque terrestri, livello e modalità di aerazione .

La concentrazione del Radon nei luoghi chiusi varia nel tempo in dipendenza di fattori climatici, o a questi collegati (maggiori temperature, diminuzione pressione, grado di umidità e polverosità, riscaldamento artificiale, impianti aerazione).

Le misure della concentrazione del Radon (e/o dei suoi ‘discendenti’) nell’aria vanno, pertanto, effettuate per lunghi tempi, non inferiori all’anno.

Le regioni più a rischio di emissione sono Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Lombardia.

La presenza di radon è possibile anche in alcune rocce come il Tufo e il Peperino

La classificazione dello IARC del Radon è AGENTE CANCEROGENO del gruppo1

Le persone esposte a rischio radon sono soprattutto quelle che svolgono attività in luoghi interrati o seminterrati per oltre 10 ore di presenza mensile.

Negli anni 90 l’ISPRA con l’Istituto Superiore della Sanità un indagine nazionale sulla esposizione nelle abitazioni, misurando una media nazionale di 70 Bq/m3, con punte superiori a 100 in alcune aree. La normativa italiana vigente (D.Lgs 230/95), in relazione alla protezione dei lavoratori dall’esposizione al radon nei luoghi di lavoro, prevedeva un livello di azione pari a 500 Bq/m3, come concentrazione media annua di attività di radon in aria.

Successivamente la Direttiva 2013/59/Euratom ha introdotto nuove disposizioni relative al controllo del radon nei luoghi di lavoro e pubblici a partire dall’introduzione di un nuovo livello di riferimento pari a 300 Bq/m3, come concentrazione media annua di attività di radon in aria

Secondo tale direttiva Entro il 2018 per tutti i luoghi di attività “aperti al pubblico”, è  necessaria valutazione certificata Radioattività GAS RADON. In particolare, l’Italia entro il 06/02/2018 doveva emanare delle disposizioni nazionali che attuino tali indicazioni europee. La Direttiva 2013/59/Euratom stabilisce nuovi limiti per le concentrazioni di Radon (300 Bq/m3) e per le radiazioni emesse da materiali da costruzione

La legge attualmente in vigore obbliga l’effettuazione delle misure in tutti i luoghi di lavoro (D.Lgs.81/08), ma per l’esposizione dei luoghi pubblici, rimanda alle Regioni le indicazioni specifiche in attesa di una conferenza dei presidenti delle regioni e provicie autonome per uniformare gli obblighi a livello nazionale.

La misurazione dovrà svolgersi nei casi previsti dalle linee guida, e inoltre se richiesta dall’Autorità locale di vigilanza (ASL), come ad esempio può accadere se si desidera utilizzare dei seminterrati come luogo di lavoro, e si presenta quindi la pratica obbligatoria per ottenere l’autorizzazione in deroga ex Art. 65 del D.lgs. 81/08.

Cio non toglie che il rischio sia presente!

La valutazione va eseguita mediante monitoraggio con l’uso di dosimetri passivi da parte di laboratori autorizzati; sarà necessario collocare gli stessi all’interno delle strutture.   I risultati del monitoraggio che avverrà nell’arco dei 12 mesi come previsto dalla normativa, insieme alla  relazione di un tecnico  Esperto, dovranno poi essere trasmessi al Comune di appartenenza ed all”ARPA.

La stessa procedura dovrà  essere poi ripetuta dopo 5 anni.

In  caso di mancata trasmissione delle misurazioni entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore dalla legge, il Comune deve intimare, con ordinanza, concedendo un termine non superiore a trenta giorni – per la trasmissione della valutazione, la cui eventuale e infruttuosa scadenza comporta la sospensione della certificazione di agibilità e conseguente sospensione dell’attività esercitata.

Appare quindi evidente che i locali aperti al pubblico e le strutture ricettive  devono iniziare immediatamente il monitoraggio per due semestri al fine di poter rispettare l’obbligo di scadenza. Visti i tempi ristretti imposti dalla norma e soprattutto la delicatezza della sanzione (sospensione agibilità e attività) occorre procedere con sollecitudine all’avvio del monitoraggio

  • la planimetria degli immobili, per l’individuazione delle aree da monitorare
  • l’autorizzazione ad acquisire tre preventivi dagli Enti preposti (Arpa, Enea, ecc) per l’acquisizione dei dosimetri e la relazione finale.

E’ bene a titolo informativo che il tecnico faccia presente ai committenti che, il radon è un gas nobile prodotto dalla «disintegrazione radioattiva» del radio contenuto nelle rocce. Se il gas radon, prodotto dal suolo e dalle rocce, fuoriesce e si diluisce nell’atmosfera, la sua concentrazione risulta talmente bassa da non costituire un rischio per la salute, ma se il gas radon penetra in un ambiente confinato, tenderà ad accumularsi raggiungendo livelli tali da rappresentare un rischio. Il radon non ha effetti dannosi immediati, ma solo tardivi e solo da una ventina d’anni è stato riconosciuto la causa dei tumori polmonari e in Italia rappresenta la seconda causa di morte dopo il fumo di sigaretta, con l’esposizione dei proprietari degli immobili e dei titolari di licenze commerciali , di ristoro, ect alla responsabilità per danni alla salute.

In Italia gli Esperti in Edificio Salubre sono attivi da anni 

Per diventare Esperti è necessario seguire un percorso formativo, considerata la delicatezza della materia

Tale procedura si applica in particolare alle seguenti attività :

  • Locali sotterranei o interrati;
  • Ogni altro ambiente di lavoro situato in zone individuate dalle regioni e province autonome come esposte ad alta attività di Radon;
  • Stabilimenti termali, tunnel, sottovie, catacombe, grotte
  • Se le attività lavorative o parte di esse vengono svolte in luoghi chiusi o interrati evitare qualsiasi danneggiamento o lavorazione al di fuori del normale ciclo di lavoro che possano; compromettere la struttura (crepe, fessurazioni…)
  • Nei casi di esposizioni sporadiche o di debole intensità quali brevi attività in luoghi chiusi ed interrati non si deve procedere alla notifica, alla misurazione, alla sorveglianza sanitaria. 
  • Qualora le condizioni di utilizzo presentino rischi per la salute si deve procedere alla misurazione.
  • Cosa bisogna fare a seconda dei risultati:
  • se i valori misurati di concentrazione di attività del Radon nell’aria risultano superiori all’80% del valore del pertinente ‘livello di azione’, il luogo deve essere tenuto in osservazione con l’effettuazione di nuove misurazioni nel corso dell’anno successivo;
  • se i valori misurati sono superiori al valore del ‘livello di azione’, l’esercente del luogo, avvalendosi dell’Esperto qualificato, deve porre in essere, entro 3 anni, azioni di rimedio e procedere a nuove misurazioni per verificarne l’efficacia;
  • se le nuove misurazioni, dopo l’adozione delle azioni di rimedio, forniscono valori della concentrazione di attività del Radon ancora superiori al valore del ‘livello di azione’, l’esercente è tenuto ad adottare le misure di protezione sanitaria dei lavoratori, con sorveglianza fisica e medica, analogamente a quanto previsto per le esposizioni alle radiazioni ionizzanti normalmente utilizzate in talune attività lavorative (raggi X, radioisotopi,…);
  • Se il rischio è presente verificare la presenza dell’Esperto Qualificato in ditta.
  • Il numero di lavoratori deve essere ridotto al minimo;
  • I lavoratori esposti devono sempre indossare i DPI specifici;
  • I lavoratori non possono adottare comportamenti che possono favorire la dispersione di gas nei luoghi di lavoro e nell’ambiente;
  • Intervallare i periodi di sosta in reparto con periodi di pausa in luoghi arieggiati;
  • non improvvisare lavori, riparazioni o demolizioni;
  • I lavoratori non devono consumare cibo e bevande sui luoghi di lavoro per evitare contaminazioni;
  • I processi lavorativi devono essere concepiti in modo tale da evitare di produrre ulteriori emissioni di gas;
  • I luoghi in cui si svolgono opere di bonifica (realizzazione di sigillature, messa in sovrappressione, sistemi di ventilazione interni alla struttura, sistemi di aspirazione) devono essere:
  • chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli;
  • accessibili solo ai lavoratori che vi debbano accedere a motivo del loro lavoro o della loro funzione;
  • dotati del divieto di fumare.
  • Controllo dell’esposizione: effettuare periodicamente la misurazione della concentrazione di gas;
  • Procedere alla sorveglianza sanitaria.

Dispositivi di protezione individuale

  • scarpe antinfortunistiche;
  • tuta intera;
  • guanti in gomma o in cuoio;
  • apparecchi antipolvere, antigas e contro le polveri radioattive.

Fasi particolari

Facciale Filtrante antigas idonei per la protezione da gas e vapori di tipo B (filtro di colore grigio per protezione da gas e vapori inorganici). Norma europea di riferimento UNI EN 14387:2004